Parco dell'Appenino Lucano
Parco dell'Appenino Lucano
Il Parco Nazionale dell'Appenino Lucano è un'area naturale protetta con sede amministrativa a Marsico Nuovo. Il Parco è nato nel 2007 ed è l'ultimo Parco nazionale italiano ad essere stato istituito. La sua superficie è di 6.8997 ettari, e comprende ventinove comuni, piccoli borghi, custodi di arte e di storia.
RISERVE
Le sue riserve naturali sono:
- Lago Pantano di Pignola
- Lago Laudemio
- Abetina di laurenzana
- Dodici siti di interesse Comunitario (SIC)
- Due zone a protezione speciale
- Un'importante Bird area
CARTA D'IDENTITA' DEL PARCO
ISTITUZIONE: D.P.R. 8 DICEMBRE 2007;
SUPERFICIE: 68997 ETTARI;
REGIONE: BASILICATA;
ABITANTI: 90000;
COMUNI:
- ABRIOLA
- ANZI
- ARMENTO
- BRIENZA
- CALVELLO
- CARBONE
- CASTELSARACENO
- GALLICCHIO
- GRUMENTO NOVA
- LAGONEGRO
- LAURENZANA
- LAURIA
- MARSICO NUOVO
- MARSICOVETERE
- MOLITERNO
- MONTEMURRO
- NEMOLI
- PATERNO
- PIGNOLA
- RIVELLO
- SAN CHIRICO RAPARO
- SAN MARTINO DÂ’AGRI
- SARCONI
- SASSO DI CASTALDA
- SATRIANO DI LUCANIA
- SPINOSO
- TITO
- TRAMUTOLA
- VIGGIANO
ORGANIZZAZIONE
L'area settentrionale comprende Val Camastra, passando per l'area turistica di Rifreddo, caratterizzata da un bosco di conifere, raggiungendo Monte Pierfaone (1737 m.), fino ad arrivare alla cima del Monte Volturino (1835 m.).
Ad ovest troviamo l'area attraversata dal fiume Melandro, mentre, la porzione centrale del Parco, comprende il territorio della Val d'Agri fino a scendere verso sud, quando raggiungiamo i più importanti rilievi del Parco, tra cui Monte Raparo (1764 m.) e, nella zone del lagonegrese, il Massiccio del Sirino - Papa, rispettivamente 1907 e 2005 m.
Il Parco Nazionale dell'Appennino Lucano è caratterizzato da una eccezionale biodiversità, favorita anche dalla diversità di quote, che variano dai 2005 metri del Monte Papa, al punto più basso della Murgia di Sant'Oronzo, posta a 300 metri.
Nell'area compresa tra i 1000 e 1800 metri di altitudine, vive il faggio europeo e, a nord-ovest, nel territorio di Sasso di Castalda, si trova il fantastico Faggio di San Michele, albero imponente, situato a 1150 metri di altezza, la cui età è stimata tra i trecento e i quattrocento anni.
La circonferenza del tronco raggiunge gli otto metri e, un tempo, si diceva annunciasse l'arrivo della primavera, poiché la sua chioma fioriva prima di tutti gli altri alberi.
I SAPORI DEL PARCO
I ventinove paesi del Parco offrono un'ampia gamma di prodotti genuini tipici, alcuni già con la certificazione IGP (Indicazione Geografica Protetta) o DOC (Denominazione di Origine Controllata).
- Canestrato di Moliterno IGP: E' uno dei formaggi lucani più caratteristici, e viene prodotto con latte ovi - caprino, proveniente dai pascoli di sessanta comuni della Basilicata.
E' forte, piccante e aromatico.
E' quasi certo che, sin dal primo formarsi del borgo medioevale, attorno alla torre del castello, i pochi abitanti si dedicarono quasi esclusivamente alla pastorizia e alla caseificazione.
Anche l'etimologia del nome "Moliterno", sembra essere collegata a questa attività: mulcrum (mungere).
Il formaggio di Moliterno, come attestano le documentazioni storiche, viene prodotto da almeno duecento anni, e i suoi abitanti, fin dal 700, fecero della cura del Pecorino unÂÂÂÂÂ’attività primaria.
La sua è una stagionatura di otto mesi nei fondaci, caratteristici seminterrati dei palazzi storici che si trovano solo a Moliterno, caratterizzati da un clima assai particolare di tipo freddo - umido.
Consorzio di tutela pecorino "Canestrato di Moliterno IGP"
canestrato-moliterno@virgilio.it
- Fagiolo di Sarconi IGP: Il fagiolo viene coltivato da Tramutola a Marsico Nuovo fino a San Martino dÂÂÂÂÂ’Agri.
Sono ricercatissimi per il loro sapore e la loro leggerezza, ha la buccia sottilissima e cuoce molto rapidamente.
Queste particolari caratteristiche sono dovute al terreno alluvionale e poco calcareo in cui crescono.
In passato era conosciuto già da greci e romani, che lo consumavano abitualmente per non ritenendolo un cibo prelibato.
Virgilio lo chiamava "vilem phaseulum" perché lo si poteva trovare in abbondanza.
Nel ricettario di Apicio, lo si trova negli antipasti e abbinato a salse piccanti.
Nel medioevo, per la facilità della sua coltivazione epe le notevoli proprietà nutritive, diventò un alimento diffuso conquistando l'appellativo di "pane dei poveri".
L'area di produzione del fagiolo di Sarconi IGP, comprende undici comuni della provincia di Potenza, situati nell'area dell'Alta Val d'Agri (Sarconi, Grumento Nova, Marsico nuovo, Marsicovetere, Moliterno, Montemurro, Paterno, San Martino d'Agri, Spinoso, Tramutola, Viggiano).
E' una zona particolarmente vocata per lÂÂÂÂÂ’orticoltura in pieno campo, dove operano trenta aziende che coltivano quarantadue ettari a fagiolo.
LA LONTRA
In Italia è considerato il mammifero maggiormente a rischio di estinzione.
Oggi le colonie più consistenti si trovano in Basilicata e in Campania.
Nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano si trova soprattutto lungo il fiume Agri e in Val Camastra.
La sua presenza è importante poiché, essendo la lontra assai sensibile all’inquinamento, è ritenuta un ottimo indicatore della qualità delle acque.
IL NIBBIO REALE
La sua roccaforte è certamente la Basilicata che ospita un centinaio di coppie, la metà di quelle presenti sul territorio nazionale.
Solitamente nidifica sugli alberi, ma le coppie presenti sul territorio del Parco sembrano preferire le pareti rocciose.
LA CICOGNA NERA
Alcun esemplari, dal 1994, sono diventati stanziali nel territorio italiano e, nella regione Basilicata, si contano almeno cinque coppie nidificanti che rappresentano il 50% del totale presente in Italia.
All'interno del Parco è possibile avvistarla soprattutto presso le acque del Lago Pertusillo.
LE ORCHIDEE LUCANE
In Italia sono censite ben duecento orchidee spontanee, di cui cinquanta all'interno del Bosco Faggeta di Moliterno.
Di queste una dozzina sono autoctone che non hanno nulla da invidiare a quelle tropicali o da serra.
Per questo il CEA (Centro di Educazione Ambientale), che si trova nei pressi dell'Oasi di Moliterno, ospita una tappa del GIROS, il Gruppo Italiano Ricercatori Orchidee Selvatiche, che qui ha tracciato un sentiero specifico oltre ad organizzare convegni in tutto il mondo.