Potenza e Dintorni
Potenza e Dintorni
Potenza è il capoluogo della regione Basilicata, città posizionata a 819 m s l. m., cosicché per altitudine è seconda solo a Enna tra i capoluoghi di provincia italiani.
STORIA
Le sue origini da alcuni sono fatte risalire al periodo della colonizzazione in Italia Meridionale, da altri vengono collegate alle opere stradali romane di penetrazione nella Lucania del II secolo a.C.
Secondo le ipotesi più accreditate, il primo insediamento sarebbe sorto a quindici chilometri dall'attuale città, in località Serra di Vaglio, antichissimo insediamento anteriore al IX secolo a.C.
A causa di uno spaventoso incendio di uno degli scrigni archeologici più ricchi dell'intera regione, gli antichi abitanti si rifugiarono sulle rive del fiume Basento dove oggi sorge la periferia di Potenza.
La strategica posizione della città di Potenza, equidistante dalle colonie greche di Posidonia e Metaponto, le consentì di beneficiare della cultura greca e di rappresentare un'importante crocevia del Mediterraneo.
Neanche Roma ne sottovalutò la felice posizione geografica.
Sotto il suo controllo "Potentia" fu prima "praefectura" e poi importante "municipium".
Nel 402 d.C. la città fu scenario dell'invasione dei Goti di Alarico e visse nell'ombra fino a quando giunsero i Bizantini a cui sembra si debba la denominazione di Basilicata, dai "Basilici" o governatori che l'amministrarono.
La storia ci racconta che Potenza fu teatro di azioni di intolleranza anti spagnola, che si schierò, prima nel Meridione, contro il presidio borbonico.
Valorosi lucani guidarono le lotte politiche negli anni successivi all'Unificazione d'Italia scrivendo memorabili pagine di storia lucana.
Durante la Seconda Guerra Mondiale i bombardamenti del 1943, oltre alle innumerevoli vittime, distrussero costruzioni civile, private e pubbliche, per non parlare del sisma dell'80, quando la città ha vissuto un altro evento drammatico i cui effetti si conservano nella memoria del popolo potentino.
Potenza è quindi una città in bilico tra passato e futuro, tra tradizione e modernità, custode di un centro storico fatto di viuzze lastricate, di palazzi ben conservati, musei, e gallerie d'arte.
VIA PRETORIA - TORRE GUEVARA - SAN CARLO
Cuore pulsante della città è Via Pretoria, (il nome ricorda le origini romane della città, ma fino al XIX secolo era chiamata semplicemente "strata" o "strata pubblica"), che attraversava longitudinalmente l'abitato e conduceva al castello cittadino, fondato già intorno al 1000 dai Longobardi, di cui oggi rimane la Torre Guevara, dal nome della famiglia feudataria che governava al tempo la città.
Il maniero che sorgeva oltre la Porta San Luca, sulla spianata all'estremità orientale di Via Pretoria, fu costruito prima dell'anno 1000.
Nel 1626 gli ultimi proprietari, i feudatari Carlo Loffredo e Beatrice Guevara, donarono l'intero edificio, ad eccezione della Torre, ai frati cappuccini di Sant'Antonio la Macchia che lo adibirono a lazzaretto e dedicarono una cappella al culto di San Carlo.
La nuova struttura assistenziale prese appunto il nome di San Carlo, forse in onore di San Carlo Borromeo, instancabile servo degli ammalati durante la pestilenza che colpì Milano nel 1576, o di Carlo d'Angiò o del figlio di Beatrice Guevara.
I frati gestirono l'ospedale fino al 1810, quando con decreto del Re delle Due Sicilie, Gioacchino Murat, li sollevò dallincarico e trasformò la struttura in ospedale civile e militare.
Successivamente il castello abbandonato, divenne il ricovero per le famiglie di sinistrati e di immigrati che giungevano a Potenza dalle campagne negli anni successivi al 1935.
In seguito se ne dispose l'abbattimento ma un intervento della Soprintendenza ai Monumenti ha permesso di salvare la torre cilindrica, forse l'antica "Sentinella Merlata" di Potenza che dominava la Valle del Basento, già in parte demolita e destinata ad essere rasa al suolo come il resto del castello.
La Torre consta di tre piani fuori terra, più una parte interrata, per un'altezza totale di circa venti metri.
Dopo i restauri, resi necessari dai danni causati dal sisma del 1980, la Torre è stata adibita a galleria d'arte.
Oggi Via Pretoria rimane l'asse portante del centro storico cittadino, conserva sostanzialmente l'antico tracciato e la fisionomia di strada lunga e stretta, ma è fiancheggiata da eleganti negozi e caffè, ristoranti, pasticcerie e locali frequentati soprattutto di sera dai giovani.
IL TRACCIATO DI VIA PRETORIA
Portasalza è il punto di partenza del nostro itinerario.
Il nome di questo rione del centro storico di Potenza, ricorda la porta edificata probabilmente in età aragonese, contestualmente all'ampliamento della cinta muraria voluto dai Guevara.
Portasalza non è più visibile oggi e non si conosce neppure con certezza la sua esatta ubicazione: fu abbattuta nel 1818 per aggregare alla città il borgo omonimo che era sorto immediatamente al di fuori di essa.
I "Portasavezesi", cioè quanti abitavano nel borgo, costituivano una vera e propria fazione che, animata da un forte spirito campanilistico, si opponeva a quella dei "Casteddesi", di quanti cioè abitavano nei rioni che gravitavano alla parte opposta di Via Pretoria intorno alle chiese di San Luca e San Gerardo.
Stando alle descrizioni di alcuni storici locali, la Porta era ad arco e aveva un ponte levatoio, come dice il nome Portasalza, cioè porta che si alza, che consentiva di superare il fossato esterno.
Nella Chiesa di Santa Lucia, ubicata a Portasalza, si venera la Santa martire siracusana Lucia, protettrice dei non vedenti.
Di notevole pregio l'acquasantiera in pietra rosata che proviene dalla vicina chiesa di Santa Maria del Sepolcro.
Uno dei più preziosi gioielli dell'arte romanica presenti nella città è la Chiesa di San Michele, monumento dalle linee essenziali e severe.
Non è facile trovarla per chi non è del posto, è nascosta tra Via Rosica e Vicoletto San Michele, nei pressi di Portasalza.
La fondazione di questo luogo di culto è sicuramente anteriore al 1178, come fa presupporre l'intitolazione a San Michele che rimanda al periodo Longobardo.
Incuneata tra le vecchie case del borgo medioevale, la chiesa, con l'abside rivolta verso oriente, si leva nuda nella sua facies in pietra viva squadrata.
Il massiccio campanile, tronco e piatto in cima, dopo aver subito nei secoli l'insulto dei terremoti, fu rifatto com'era intorno al 1830.
Molte le opere pregevoli conservate nella chiesa di San Michele, dedicata appunto all'Arcangelo San Michele, del quale si venera un'immagine in una statua lignea, di ignoto autore lucano, della prima metà del XVIII secolo.
Durante i restauri, a seguito del sisma del 1980, sotto il pavimento, a sinistra della porta laterale, sono stati ritrovati i resti di un pavimento musivo di epoca medioevale.
Uno dei luoghi più amati dai potentini è Piazza Mario Pagano, intitolata al giurista lucano giustiziato nel 1799 per la sua attiva partecipazione alla costituzione della Repubblica Partenopea negli anni infuocati della Rivoluzione Francese.
I lavori per la sua realizzazione iniziarono nel 1839 con l'abbattimento delle casette con "sottani", abitate da contadini e artigiani, ma furono completati tra il 1842 e il 1847 ad opera dell'intendente Duca della Verdura.
In origine la pavimentazione era in terra battuta, mentre l'aspetto attuale della Piazza si deve al progetto del 2007 dell'architetto Gae Aulenti e altri.
Su di essa affacciano le sagome di eleganti palazzi: il Teatro Francesco Stabile e il Palazzo del Governo.
Il Teatro Francesco Stabile, autentico gioiello dell'architettura ottocentesca, ricorda per struttura e apparato decorativo il San Carlo di Napoli.
Fu inaugurato il 26 gennaio del 1881 con una rappresentazione della Traviata di Giuseppe Verdi, alla presenza del Re, del Principe Amedeo e della Regina d'Italia.
La stagione teatrale presenta ogni anno in cartellone spettacoli di prosa e teatro d'avanguardia allestiti da compagnie inserite in circuiti nazionali.
Info - Il Teatro Francesco Stabile - +390971415874 - +390971415875
ufficiocultura@comune.potenza.it - www.comune.potenza.it
Il Palazzo del Governo, sede degli uffici della Prefettura e dell'abitazione del Prefetto, originariamente costituiva l'ala occidentale del Monastero dei Padri Conventuali di San Francesco.
La chiesa duecentesca di San Francesco d'Assisi si affaccia, come di sfuggita, nuda e severa, su piazza Mario Pagano e, secondo la tradizione, sorse sul "cammino" del poverello di Assisi.
Quando è stata costruita, nel XIII secolo, era a ridosso delle mura medioevali della città di Potenza e di Porta San Giovanni.
Sul portale principale si leggono due date: "FUN. CON. 1265" a sinistra e "FUN.ECCLAE. 1274" a destra. Nacque infatti prima il convento con una comunità di frati francescani, appena una quarantina di anni dopo la morte di San Francesco d'Assisi e poi il tempio, in onore del Santo, nel cuore dell'antica cittadina.
Sorse sui resti di un antico oratorio protoromanico, come risulta da alcuni reperti archeologici ritrovati e ora collocati nel portico a sinistra della chiesa.
La chiesa di San Francesco è scrigno di diverse opere artistiche fra cui pregevoli affreschi raffiguranti San Francesco e Santa Chiara, risalenti alla prima metà del XIV secolo, e il martirio di San Sebastiano, realizzato nel Cinquecento da Giovanni Todisco, oltre all'icona della Madonna del terremoto, risalente al XIII secolo.
Via Pretoria, fiancheggiata da antichi palazzi nobiliari, sbocca in piazza Giacomo Matteotti, la cui antica denominazione era "piazza Sedile".
Vi sorgeva il seggio dell'università, dove si riuniva il popolo in occasione delle assemblee elettorali probabilmente risalente nel suo impianto originario all'epoca angioina.
Sulla piazza si affacciavano botteghe e taverne e, per decreto regio del 1810, vi si svolgeva il mercato alimentare.
Sul lato meridionale, lì dove oggi sorgono il Muraglione e il Tempietto di San Gerardo, c'erano la Cappella di San Domenico, con la vicina Torre, probabilmente da identificarsi con il campanile della chiesa, che svolgeva funzione di torre d'avvistamento inserita nel perimetro della cinta muraria, i locali della neviera, dove si raccoglieva la neve da utilizzare d'estate per refrigerare i cibi, la porta e il vicolo della Beccheria, dove avveniva la macellazione degli animali e la vendita delle carni.
In seguito la zona fu sistemata e, sul luogo della neviera, fu costruito il Tempietto di San Gerardo, noto ai potentini come San Gerardo di Marmo, ultimato, stando all'epigrafe alla destra della statua del Santo, nel 1865.
E' ritenuta opera dello scultore potentino Antonio Busciolano o di suo fratello Michele.
Per la costruzione del tempietto sono stati utilizzati alcuni reperti archeologici dell'antica città romana: sette agili colonne con capitelli fogliati fanno corona al busto marmoreo del Santo.
Superata Piazza Mario Pagano sulla destra di Via Pretoria si apre il vicolo intitolato al Beato Bonaventura da Potenza in cui sorge l'omonima cappella, in precedenza casa natale di Carlo Antonio Gerardo Lavanca, divenuto sacerdote francescano tra i minori conventuali con il nome di Fra Bonaventura da Potenza.
Il pregevole portale in pietra collocato all'ingresso proviene dalla chiesa del soppresso monastero delle Clarisse di San Luca, qui lo scrittore lucano Carlo Alianello ha ambientato, in parte, il famoso romanzo "L'eredità della Priora", e probabilmente anche l'altare in pietra rossa e l'acquasantiera.
Nella chiesa sono custodite alcune reliquie del Beato e opere del pittore Mario Prajer.