Il Vulture
Venosa
Venosa si adagia su di un altopiano, in un paesaggio collinare dominato dal profilo del Monte Vulture.
E' una città antichissima e campo di indagine storico-artistica tra i più significativi.
STORIA
Di qui passava la Via Appia e qui nacque nel 65 a.C. il poeta Quinto Orazio Flacco, il più grande lirico della latinità.
A questi è dedicato un monumento collocato appunto in Piazza Orazio.
Con la conquista normanna ad opera di Roberto il Guiscardo, Venosa visse un periodo di splendore; contesa dagli Svevi, dagli Angioini e dagli Aragonesi, nel 1443 venne portata in dote dagli Orsini di Taranto al Duca Pirro del Balzo.
Il centro storico è connotato dall'uso della pietra calcarea proveniente da cave del posto, impiegata nella pavimentazione delle strade e delle piazze.
LA CATTEDRALE
La cattedrale di Venosa fu edificata da Pirro del Balzo nel 1470 e fu consacrata nel 1531 incompleta del campanile iniziato nel 1589 e portato a termine dal vescovo Placido Scoppa nel 1714.
Per la sua costruzione furono demolite botteghe, officine, abitazioni e la chiesetta di rito greco di San Basilio.
Nella cripta è collocata la tomba di Maria Donata Orsini, moglie del Duca Pirro del Balzo: l'epigrafe sulla tomba fu dettata dalla figlia Isabella andata poi in sposa a Federico d'Aragona Re di Napoli.
Lungo la parete della navata di sinistra, si trova un affresco incompleto con l'Adorazione dei Magi di Simone da Firenze e, dietro l'altare maggiore, a sinistra, un dipinto molto antico con la Madonna dell'Idra del XIII secolo, che, un tempo, in caso di siccità e piogge eccessive, veniva portato in processione dai contadini per le vie della città.
LA SANTISSIMA TRINITA'
Il complesso della Santissima Trinità, collocato all'estremità nord della cittadina di Venosa, è uno dei monumenti più suggestivi ed interessanti della Basilicata, il cui interesse si deve al fatto che lÂÂÂÂÂÂ’Abbazia contiene la stratificazione di presenze romane, longobarde e normanne.
La struttura si compone della chiesa antica a cui dà accesso l'entrata principale e della Chiesa Incompiuta la cui costruzione non fu mai portata a termine.
Per alcuni studiosi l'Abbazia che inizialmente comprendeva solo la chiesa antica, venne innalzata dai Benedettini prima dell'arrivo dei Normanni.
Il nucleo originario è costituito da una basilica paleocristiana sorta dove in precedenza c'era un tempio pagano dedicato a Imene.
Nel 1059 la basilica romanica venne consacrata da Papa Niccolò II e nello stesso anno Roberto il Guiscardo volle rendere la chiesa il sacrario degli Altavilla e quindi fece portare all'interno, le salme dei suoi fratelli Guglielmo “braccio di ferro”, Umfredo e Dragone (successivamente anche lui fu sepolto qui).
Varcando la soglia della chiesa antica si nota la presenza di sculture di civiltà eterogenee tra cui la cosiddetta "Colonna dell'Amicizia", opera romana sormontata da un capitello bizantino.
La colonna prese questa denominazione perché, secondo la tradizione, girarvi attorno tenendosi per mano sancisce eterna amicizia, mentre per le giovani spose che si comprimano tra colonna e parete sacra, un augurio di fecondità.
Nella navata destra si trova la tomba degli Altavilla.
Della tomba del Guiscardo, attraverso i documenti, ci è noto l'epitaffio in cui egli era soprannominato "Terror Mundi".
Nella navata sinistra si trova invece la tomba di Albirada di Buonalbergo, moglie di Roberto il Guiscardo da lui ripudiata e dalla quale ebbe un figlio, Boemondo I di Antiochia, eroe della Prima Crociata, che morì a Canosa e li fu seppellito.
Sull'architrave del monumento campeggia un'iscrizione in latino che attesta la sua sepoltura: "Guiscardi coniux Aberarda hac conditur arca/ si genitum quaeres hunc canusinus habet" /"Aberarda, moglie del Guiscardo, è sepolta dentro quest'arca. Se cercherai il figlio Canosa lo possiede.
L'INCOMPIUTA
Il progetto della Chiesa Nuova o Incompiuta risale al XII secolo, quando la chiesa antica venne giudicata inadatta a contenere un certo numero di fedeli.
Si pensò quindi ad un vasto ampliamento dietro l'abside per creare un'unica grande Basilica.
I lavori iniziarono verso la metà del 1100, finanziati dai Benedettini non furono mai portati a termine.
Cresciuta alle spalle della chiesa vecchia, l'Incompiuta resta l'unico caso visibile di un fenomeno ce normalmente si doveva verificare quando si costruiva una chiesa nuova sul luogo di una più antica: generalmente si lasciava in piedi la prima, fino al momento in cui la nuova non era in grado di funzionare pienamente.
SCAVO PALEOLITICO NOTARCHIRICO
Il sito paleolitico ha un'età compresa tra 300-400 mila anni.
Gli studi e le ricerche sul sito sono stati condotti tra gli anni '50 e '70 dall'Istituto Italiano di Paleontologia Umana e dal Museo di Antropologia di Monaco e, in seguito, dallo stesso Istituto in collaborazione con la Soprintendenza Speciale al Museo Nazionale Preistorico Etnografico "L. Pigorini".
Durante gli scavi del 1988 è stato rinvenuto un cranio di Elephas Anticuus.
Località Notarchirico (Venosa)-info 0972374791-cell. 3391631053
Apertura tutti i giorno 8:30-12:30/ 14:30-15:30 / chiusura il lunedì
Ingresso libero
IL CASTELLO DI VENOSA
Il castello di Venosa venne edificato da Pirro del Balzo, così come riportato dall'epigrafe sovrapposta ai fregi di uno stemma posto sulla parete della torre ovest, di fronte alla porta principale della città, Porta Fontana: "Mis fuit, o lector, cernis per carmina factor inclita prole satus dux orbi Bautia Pyrrhus" / "Il mio costruttore, o lettore, lo scopri dai versi, fu Pirro, il signore discendente dalla nobile progenie dei del Balzo".
La città di Venosa pervenne a Pirro del Balzo, figlio del Duca di Andria Francesco, a seguito del matrimonio avvenuto nel 1459 con Maria Donata Orsini, figlia del Duca di Taranto Gabriele Orsini.
Pirro del Balzo pensò di fortificare la città con un castello e una cinta muraria per meglio proteggerla dalle frequenti correrie nemiche.
Il terribile terremoto del 1456 che danneggiò gravemente la città, concorse ad innescare quel processo di rinnovamento edilizio al quale il del Balzo diede inizio.
Per edificare il castello fu scelto il luogo dove era ubicata la Cattedrale e per fare ciò si dovettero demolire oltre alla stessa Cattedrale, anche un ospedale, diverse chiese e cappelle, nonché un numero imprecisato di abitazioni, su di un'area vasta oltre diecimila metri quadrati.
Quel luogo era di fondamentale importanza per costruirvi il castello perché da quel punto si controllava il tratturo e la valle che bisognava percorrere per chi giungeva da Taranto, la città dove risiedevano gli Orsini, ormai diventati antagonisti del Duca di Venosa nonostante i rapporti di parentela.
Pur di costruire la nuova opera di importanza fondamentale per la difesa del feudo, Pirro dovette impegnarsi con il vescovo di allora, Nicol Geronimo Porfido ad edificare una nuova Cattedrale in altro sito.
Quasi contemporaneamente al castello Pirro iniziò la costruzione delle mura che, molto probabilmente, integrarono dei tratti già esistenti, provenienti dalla fortificazione realizzata dai Romani al tempo della fondazione della colonia di Venusia (291 a.C.).
Appena terminato il castello, Pirro del Balzo dovette dar corso ai lavori per la nuova cattedrale, ma restaurò anche la chiesa di San Biagio e rifece il Complesso di San Domenico.
Il castello aveva l'ingresso con ponte levatoio sul lato est-sud (l'ingresso attuale fu costruito agli inizi del XVII secolo), mentre intorno girava un profondo e inaccessibile fossato che non fu mai riempito d'acqua non essendo stato costruito con questo scopo.
Pirro non risiedeva nel castello ma nel palazzo di corte, ubicato nel cuore della città in sito attiguo molto probabilmente all'attuale Largo del Popolo e questo conserva la natura difensiva del castello.
Venosa visse un periodo di grande fermento culturale interrotto nel 1458 dalla Congiura dei Baroni contro Ferdinando I, alla quale partecipò anche Pirro ma fallì e venne trucidato.
La vita riprende a Venosa nella metà del ‘500 quando ne diventa principe, nel 1561, Luigi Gesualdo che ricevette in dote il feudo dalla moglie Isabella Ferrillo che, a sua volta, lo aveva acquistato nel 1543.
Con i Gesualdo il castello si trasforma in accogliente dimora signorile pronta ad ospitare principalmente intellettuali ed artisti.
L'ultimo proprietario del castello fu Camillo Bozza di Barile e, nel 1899, fu acquistato dal Comune di Venosa a seguito di pubblica asta al prezzo di Lire 46.413,00.
Allo stato attuale il castello ospita al piano terra il Museo Archeologico Nazionale e gli uffici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, al primo piano la Biblioteca e l'Archivio Storico Comunale, il Centro di Alti Studi Oraziani e quello di Informazioni del Museo del Territorio.