Il Vulture
La Riserva di Grotticelle
Parliamo della Riserva Naturale Orientata "Grotticelle", la prima riserva al mondo istituita per la protezione di un lepidottero, ACANTHOBRAHMAEA EUROPEA, e gestita dall'Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Potenza, del Corpo Forestale dello Stato.
Grotticelle prende il nome dalla presenza di una serie di piccole grotte attualmente molto nascoste dalle vegetazione.
Un tempo erano conosciute come le grotte di Cesare Riccardi (o Ricciardi), abate di Cimitile.
Questi si era dato alla macchia nel1669, dopo aver ucciso Alessandro Mastrilli, marchese di Crispano, che aveva disonorato la sorella.
Il suo rifugio presso Grotticelle venne scoperto dal vicario generale Don Diego Sorio.
L'abate scappò a Matera, ma poi venne ucciso.
La sua testa, infissa all’estremità di un palo, fu portata a Napoli in corteo, annunciata e scortata da sessanta soldati.
GLI ECOSISTEMI UNICI
La particolare ubicazione della Riserva di "Grotticelle", nell'ambito del comprensorio del Monte Vulture, la rende particolarmente interessante non solo per la presenza della bramea, che vive solo in Basilicata tra le querce di questo Parco, ma per l'esistenza di ecosistemi che ospitano specie rare.
La Riserva, istituita nel settembre del 1971, ospita un'area di 209 ettari di bosco nel comune di Rionero in Vulture e, preservare l'ecosistema in cui vive questa rarissima farfalla, garantisce la sopravvivenza e la diffusione della specie.
I COLLEGAMENTI
L'area è situata nella parte Nord-Occidentale della Basilicata e a poco più di un chilometro dal suo perimetro si trova l'agglomerato rurale di Monticchio-Sgarroni, e a soli tre chilometri quello di Monticchio-Bagni.
La "Riserva Orientata" dichiarata anche, nel 1977, Riserva Biogenetica, è quasi del tutto compresa nella Zona Speciale di Conservazione "Groticelle di Monticchio", che dista pochi chilometri dalla zona a protezione speciale "Monte Vulture" alla quale è collegata con numerosi corridoi ecologici naturali.
LA BRAMEA
Nel mondo si conoscono una decina di specie diverse appartenenti alla famiglia BRAHMAEIDAE, istituita nel 1892 da Swinhoe, entomologo e ornitologo britannico.
Le più vicine a noi vivono in Anatolia e nel Caucaso, altre si trovano in India Settentrionale.
Esiste una specie africana rinvenuta in Etiopia.
La famiglia veniva considerata esclusivamente asiatica e africana fino al 1963, anno nel quale venne scoperto proprio nel Vulture, un altro brameide.
Inizialmente fu descritto, denominato e classificato BRAHMAEA EUROPEA dal suo stesso scopritore, il Conte Federico Hartig.
Successivamente venne istituito un Genere esclusivo per questa specie che così prese il nome di ACANTHOBRAHMAEA EUROPEA.
La sua localizzazione nel Sud Italia e sul Monte Vulture pose subito un problema di tipo biogeografico e biologico, poiché tutte le specie di questa famiglia vivono in regioni calde, molto umide e molto piovose.
Si tratterebbe quindi di un relitto delle "faune calde" che popolavano il Sud dell'Europa nel Miocene, e costituisce un tassello fondamentale per ricostruire le antiche connessioni geologiche fra l'Appennino Meridionale e il Mediterraneo Orientale all'Epoca Terziaria.
La specie viene ancora oggi considerata il principale vanto dall'entomologia italiana, e la scoperta della bramea del Vulture fu ciò che diede ad Hartig notorietà, gloria e riconoscimenti dal mondo scientifico.
ESCURSIONE
La ricchezza e la bellezza della Riserva Naturale di Grotticelle non possono essere precluse agli amanti della natura, educatori e a quanti sono interessati e attratti dalla sua particolarità biologica ma, la delicatezza e la fragilità dell'ecosistema di Grotticelle impongono un comportamento durante la visita, da parte di tutti, in special modo nel caso di gruppi numerosi.
Il visitatore deve necessariamente muoversi all'interno di Grotticelle, in modo disciplinato e osservare alcune regole che gli accompagnatori sono tenuti a far rispettare.
In particolare bisogna ricordarsi che:
-occorre essere autorizzati alla visita dall'Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Potenza, indicando programma, referenti accompagnatori e numero di persone che la effettueranno;
- bisogna dotarsi di scarpe e abbigliamento adatti;
- non si deve abbandonare il sentiero principale;
- è vietato raccogliere fiori, funghi o qualsiasi altro reperto, o smuovere il suolo;
- non bisogna arrecare disturbo di qualsiasi tipo alla fauna presente;
- non si possono abbandonare rifiuti;
- è rigorosamente vietato accendere fuochi;
- non si deve arrecare alcun danno alle opere presenti all'interno della Riserva;
- la visita deve ultimarsi prima del crepuscolo.
Per evitare danni irrimediabili all'ecosistema della Riserva, l'escursione si deve svolgere lungo il sentiero principale, in parte asfaltato e in parte in terra battuta.
Questo è lungo complessivamente 3,5 chilometri e attraversa tutta la riserva, dall'entrata, nella sua parte alta, all'Ofanto, in basso, colma un dislivello di circa 300 metri.
Il percorso non richiede particolari capacità o l'impiego di attrezzature speciali, e può essere ultimato in due/tre ore in un solo senso.
Occorre ricordarsi di munirsi di acqua da bere e di un taccuino su cui annotare ciò che viene osservato.
E' un'escursione estremamente piacevole, nel corso della quale è possibile avvicinarsi alle più significative particolarità e curiosità della riserva.
L'escursione naturalistica nel bosco può assumere il significato di un'esperienza profonda: condividere i momenti immersi nel verde con alberi, fiori, farfalle, uccelli per imparare a scorgere e ad ascoltare.